La Grezza Mangiata
L’esplorazione del monte Guadagnolo con la guida dei GREZZI è una esperienza travolgente, totalizzante. La Grezzata non è un giro qualunque, di quelli che scarichi la traccia GPS da un sito e ci vai con gli amici… La Grezzata non è un trail, è una esperienza di grezzo. Grezzo è l’ambiente naturale, roccia brulla e natura straripante, rigogliosa, il percorso una flebile traccia da interpretare, niente rampe, passerelle e curve in appoggio, la regola vuole che non si sposti neanche un sasso, si passa dove si può passare, e azzardando non poco. Per dominare il grezzo però, è necessaria una tecnica raffinata, tutt’altro che grezza. Senza ottime doti di equilibrio ed una buona padronanza di manovre trialistiche, come surplace e nose press, si scende a piedi.
La traccia
* Date le notevoli difficoltà tecniche del percorso si raccomanda di non avventurarsi senza una guida locale
Il primo tratto in particolare ha poco dei trail enduro che conosciamo, somiglia più ad un percorso di montagna non battuto…
Escludendo pochi passaggi obbligati, il resto della prima parte va interpretata sul momento, scegliendo la linea che più si addice al proprio stile e capacità di guida. Gli stessi GREZZI ad ogni occasione provano nuovi passaggi, alla ricerca dell’estremo o, ancor meglio, del limite della bike. Affrontare i passaggi più ostici della Grezzata non è da tutti, ci vuole sangue freddo, tecnica ed una buona dose di coraggio (al limite con l’incoscienza).
Percorrere la Grezzata senza la guida di un local potrebbe essere un’esperienza drammatica, la presenza di una persona esperta in grado di suggerire il passaggio migliore è fondamentale, senza quei preziosi consigli si rischia di imboccare passaggi ciechi o troppo pericolosi. Io stesso, se non avessi visto come i local affrontano determinati passaggi, li avrei ritenuti impossibili…
Osservando loro ed il modo in cui li hanno affrontati, con relativa serenità, ho trovato il coraggio e mi ci sono buttato. Ma non basta avere coraggio e buttarsi per imitare i GREZZI, bisogna avere tanta esperienza e buona padronanza del mezzo, altrimenti il rischio di farsi male è molto alto.
Partecipare ad un evento come questo è come andare a scuola di Grezzo, è una occasione per sperimentare le proprie capacità portandole al limite, sotto gli occhi attenti di chi quei passaggi li fa ormai a memoria. Imparare a superare i passaggi delle linee G1 e G2 sul monte Guadagnolo è un ottimo esercizio per muoversi in sicurezza nei giri All-Mountain più impegnativi, su quei sentieri naturali dove non è passato il trail-builders a preparare le curve, eliminando gli ostacoli più pericolosi, magari girandoci attorno! Se ormai i classici giri AM ed Enduro che avete percorso finora cominciano ad essere “facili”, oppure volete cimentarvi con passaggi estremi, è giunto il momento di mettersi alla prova con una Grezzata in compagnia dei GREZZI.
Dalla GREZZATA alla GREZZA MANGIATA
La linea denominata G1 è il giro grezzo per eccellenza, nato da anni di studi del gruppo MTB Grezzi Guadagnolo e sul quale nel corso degli anni centinaia di riders si sono messi alla prova. Nell’ultimo periodo, alla continua ricerca di forti emozioni, i Grezzi hanno tracciato un nuovo percorso, battezzandolo G2, una linea che percorrendo parte di G1, da Guadagnolo porta fin quasi al paese di San Gregorio, passando sulle sponde di un torrente, il Fosso Fioio, che nei periodi più piovosi, all’esperienza di guida quantomai adrenalinica, associa suggestive immagini di natura, con cascate e piccoli laghetti.
Percorrere G1 e G2 in un unico giro non è cosa semplice, sia per la faticosa salita, sia per le provanti discese, che devono necessariamente essere affrontate con lucidità. Per questo, grazie alla collaborazione tra i Grezzi, BiciDaMontagna.com Guidonia ed il ristorante da Peppe a Guadagnolo, è stata ideata una nuova formula, denominata La Grezza Mangiata. L’obiettivo è rendere possibile l’impossibile, rendendo più accessibile l’esperienza di una “Doppia Grezzata”, per trascorrere una magnifica giornata in compagnia tra salite spezzagambe, discese mozzafiato e buona cucina.
La Salita Farcita
Si parte in bici da Casape, dove c’è un ampio parcheggio ed un distributore d’acqua microfiltrata, naturale o frizzante, che è anche il punto d’arrivo della seconda discesa (G1), per giungere alle auto senza risalite. L’avvio però è abbastanza traumatico, si inizia subito con una lunga e ripida salita che dal paese di Casape conduce alla vetta del monte Guadagnolo senza mai mollare.
Il fondo misto asfalto/cemento è abbastanza scorrevole ma presenta lunghi tratti con pendenze che superano il 23%. Per questo l’organizzazione ha pensato bene di spezzare la salita offrendo un ristoro ai partecipanti. A poco più di metà salita il provvidenziale gazebo di BiciDaMontagna.com Guidonia appare come un oasi nel deserto, ed all’ombra del tendone Federico con il suo bel banchetto intento a preparare fette di pane con abbondante nutella !
Una bella occasione per riprendere fiato, fare quattro chiacchiere e conoscere nuovi amici, come il famigerato Dino, che a sessant’anni suonati viaggia ancora a tutto gas sulla sua nuova Ibis.
Un ultimo sorso d’acqua e si riparte, la salita è ancora lunga e in pochi chilometri dobbiamo superare oltre 300 metri di dislivello! La salita si presenta come una lingua d’asfalto, ma basta voltarsi e lo sguardo può spaziare tra le cime dei Lucretili ed i Colli Albani, un magnifico panorama che aiuta ad affrontare la dura salita.
Arriviamo finalmente in cima al monte Guadagnolo, meta di tantissimi bikers a pedali ed a motore, che si spingono fin qui per godere del bellissimo panorama offerto dalla vetta, dove veglia la statua del Redentore.
Un saluto a Peppe, il rinomato ristorante di Guadagnolo, incaricato di preparare il pranzo, e poi tutti in piazza per il breafing.
La Discesa Preprandiale (G2)
La discesa parte dai giardinetti di Guadagnolo, con un primo tratto in comune con la G1, e ci aspetta subito un bel ripido su fondo roccioso e dei drop da affrontare senza esitazione. Un paio di curve e ci troviamo dinanzi ad un vero e proprio parco giochi del grezzo, tra noi ed il primo attraversamento stradale vi è una larga distesa di erba, con gradoni e rocce fisse anche di notevoli dimensioni.
I grezzi ci mostrano la linea più divertente e tecnica, ma ognuno può scegliere il passaggio che si adatta alle proprie capacità. Attraversiamo la strada e ci troviamo in una ambientazione simile ma con minori possibilità di scelta. Le difficoltà non mancano ma osservando i Grezzi ognuno trova la propria linea.
Arriviamo in un tratto nel quale un vero e proprio muro ci si para davanti, siamo quasi al limite ed in molti evitano il passaggio, ma i Grezzi riescono addirittura a trovare un nuovo modo di affrontare l’ostacolo, sperimentando con successo un nuovo passaggio… Non c’è niente da fare, i Grezzi sono unici!
Finisce il tratto in comune con la G1 e seguendo la G2 ci addentriamo nel folto della vegetazione, passando sulle sponde del Fosso Fioio. Il trail diventa più definito e le possibilità di scelta sono limitatissime, ma il grezzo domina anche qui.
Ripidi in curva su roccia viva, nose-press e surplace sono manovre indispensabili per riuscire a chiudere la maggior parte dei passaggi, ma non mancano tratti Flow.
L’ambientazione è magnifica, alberi imponenti affondano le possenti radici sui versanti scoscesi, rocce bianche, salti d’acqua da capogiro, piccoli laghi e la luce filtrando dalla fitta vegetazione crea l’atmosfera di un bosco fatato.
Siamo alla fine della G2, e ci attende l’ultima fatica… Per uscire dal bosco occorre percorrere un breve tratto a spinta, poi si pedala in salita su una cementata fino ad intersecare la strada percorsa in mattinata.
Affrontare di nuovo le ripide rampe fino al gazebo non è impresa facile. La stanchezza si sente e l’asfalto rovente non aiuta, ma il pensiero di quello che ci aspetta sotto quel gazebo costituisce una motivazione più che sufficiente a finalizzare le energie residue su una giusta causa.
La Grezza Mangiata
Chi ha letto fin qui l’avrà capito, grezzo per i ragazzi del posto non è sinonimo di rude, burbero, brutale, come comunemente si intende. Grezzo per loro significa non artefatto, genuino, naturale, e vi assicuro che un pranzo grezzo non si dimentica facilmente.
Il profumo della brace si sentiva da lontano, con il conseguente effetto doping sulla pedalata in salita, poi finalmente la meta. Scendo dalla bici con le gambe tremolanti, qualche sorso d’acqua per reintegrare i liquidi, e sono pronto alla battaglia finale, senza esclusione di colpi.
Sul banchetto pane bruschettato, salsicce e pancetta cotti alla brace ed un vassoio di erbette di campo con patate. Cibo semplice ma di qualità eccelsa, cotto a regola d’arte. La croccante doratura della carne non si improvvisa, è opera di mani esperte, ed il mix di verdura semplicemente superlativo, con la patata ben cotta che dona alla pietanza una pastosità estasiante…
Basta, il paradiso è qui, a portata di mano, passatemi il vino !
E allora la fantasia si libera in ardite preparazioni di panini multistrato, ketchup, senape e maionese sono rigorosamente bandite, ma vi assicuro che non se ne sente la mancanza. Per concludere, fragranti tarallucci al vino fanno da contorno ad una bottiglia di ottima grappa, risate a volontà, sono ciucco ma fiducioso…
Ce la posso fare !
La Discesa Postprandiale (G1)
Quando sei sfinito e un po’ alticcio la montagna non ti tratta meglio, non si impietosisce, resta impassibile.
Questo trail i locali lo chiamano le Giostre e si fa presto a capirne il motivo. Elvis dice che è facile e molto divertente, ed a vederlo muovere non si fatica a crederci, ma basta provare ad imitarne i passaggi per avere conferma che la percezione della realtà è strettamente soggettiva.
Il trail non scende in mezzacosta sul fianco della montagna, viaggia quasi per dritto, tagliando perpendicolarmente la linea dei terrazzamenti. Ne risulta un percorso in cui tratti più pianeggianti si alternano a precipizi da vertigine, con varchi spesso ricavati tra lastroni di roccia fissa e pietrame in scaglie. E’ un continuo buttarsi di sotto per diversi chilometri, con l’erba alta che nasconde le insidie, massi, fossi e rami secchi. Meglio non improvvisare, conviene rimanere il più possibile attaccati a chi conosce palmo a palmo il terreno e durante il percorso si premura anche di segnalare la presenza di qualche ciliegio selvatico, per farci assaporare un’altra prelibatezza locale.
Si torna a Casape entrando dalla porta di servizio. Attraversando un torrente il trail conduce in una strada cieca, è fatta! Un po’ ammaccati da qualche ruzzolone ma siamo tutti sani e salvi ed in buone condizioni di salute.
Le facce stirate da ampi sorrisi non lasciano spazio a dubbi, è stata una giornata magnifica, una di quelle prove che ti costringono a riposizionare nella mappa delle difficoltà tutte le precedenti esperienze.
La Photo Gallery
Ringraziamo i Grezzi e BiciDaMontagna.com Guidonia per averci coinvolti in questa magnifica avventura e tutti gli amici che hanno partecipato. Si ringrazia inoltre Vittorio Totonelli, Alessandro Cecchetti ed Andrea Martinelli per il materiale Audio/Video fornitoci.