G3 – Scala Santa > Sentiero S. Eustachio

E’ l’itinerario più flow nel vasto repertorio di Carmine, una classificazione tuttavia da valutare in termini relativi, dato che anche qui non mancano passaggi abbastanza impegnativi che mettono a dura prova capacità di guida tecnica e sospensioni.

Parcheggiata l’auto nell’ampio piazzale a ridosso del centro storico di Poli, iniziamo a pedalare su asfalto alla volta di Casape, dove, imboccando le rampe cementate, inizia la durissima salita fino a Guadagnolo.

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Si fatica non poco sotto il sole cocente, quasi 9 km di sudore grondante, ma giunti alla meta la fatica svanisce al cospetto delle mitiche ciambelline di Peppe, inzuppate nell’ottimo rosso locale. Un rituale consolidato negli anni che ha sedotto anche i nuovi arrivati. 

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Rifocillati a dovere ed indossate le protezioni, pedaliamo ancora un po’ fino alla sommità del paese, per godere della magnifica vista sui monti Prenestini e Ruffi, mentre Carmine prova nuovi passaggi, con la folle intenzione di iniziare la discesa dalla roccia più alta.

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Io e Walter ci accontentiamo di un più rassicurante fuorisella sulla ripida scalinata che riporta in paese, poi giù veloci, fino al varco nel guard rail che dà accesso al trail G3. 

Iniziamo la discesa grezza in stile Guadagnolo, con una successione di rampe e gradoni di roccia, l’ideale per pompare l’olio nelle sospensioni, poi un breve tratto a spinta per guadagnare il suggestivo passaggio sulla cresta del colle Mazzetta. Da qui, con qualche bel passaggetto tecnico, torniamo sulla cementata percorsa la mattina in salita, ed all’altezza della sbarra svoltiamo a sinistra, imboccando il trail Scala Santa, il sentiero 514 nella nomenclatura CAI.

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E’ un percorso segnato, ma la linea di Carmine è una libera interpretazione del sentiero ufficiale, con frequenti fuoripista architettati ad arte per sfruttare ogni occasione utile ad approntare passaggi tecnici, abbastanza impegnativi ma mai estremi, poi entriamo nel bosco e il percorso diventa più flow.

Un ampio trail disegnato a lato di un canalone ci conduce in una natura rigogliosa, verdissima, il tratto più bello dal punto di vista naturalistico. Il fondo scorrevole invoglia a mollare i freni, ma la presenza di numerose rocce affioranti consiglia di restare in guardia, sempre proti ad affrontare improvvisi cambi di direzione e ripidi non banali.

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Fuori dal bosco un bellissimo punto panoramico suggerisce una sosta, per riprendere fiato prima di cimentarsi con il tratto finale, il sentiero Sant’Eustachio. Il trail segue la traccia di un torrente in secca, disseminato di sassi smussati di media pezzatura, con frequenti gradoni di roccia e qualche canale più profondo da superare passando sul bordo. Verrebbe da esser prudenti ma su un fondo come questo un po’ di velocità è necessaria ad evitare gli impuntamenti, e se si vuole scendere in sella bisogna lasciarsi andare, concentrandosi sulla guida e confidando nella buona sorte.

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Concludiamo l’anello con un breve tratto di cementata in discesa, l’ideale per allentare la tensione e giungere alle auto rilassati e soddisfatti. Un giro bellissimo, impegnativo e provante ma mai estremo, l’ideale per chi volesse cominciare a cimentarsi con esperienze di guida tecnica più impegnative, per migliorare l’equilibrio e la capacità di controllo del mezzo in condizioni critiche.  

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