martedì, Giugno 17, 2025
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Calvana: Scalette, Pozzo Morte, San Leonardo, Fonte Buia, Seccomass

La Calvana è un massiccio calcareo con la particolarissima geomorfologia delle sue cime tondeggianti che si susseguono dal crinale dell’Appennino alla pianura tra Prato e Firenze e nonostante si trovi a due passi da queste zone così altamente antropizzate rappresenta uno degli elementi di maggior interesse naturalistico e paesaggistico di quel territorio.

Il paesaggio offre la suggestione di un ambiente tipicamente carsico, ricco di grotte, doline e risorgive, e fortemente caratterizzato alla scala territoriale per la presenza di estese praterie di crinale, che offrono numerosi punti panoramici di spettacolare ampiezza.

Ad un tale paesaggio naturale, corrisponde un insieme di valori ecologici di grande importanza, legati al ciclo dell’acqua come i torrenti, alimentati dalle risorgive di mezza costa, presentano condizioni ecologiche ottimali per la sopravvivenza di popolazioni di anfibi molto rare e sensibili come la salamandrina dagli occhiali ed il tritone crestato.

Le praterie sommitali sono una delle aree di maggiore biodiversità di tutta la provincia per la presenza di specie di avifauna di grande interesse conservazionistico e di varie specie floristiche rare come il narciso e quasi 60 specie di orchidee selvatiche.

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E considerate le suddette premesse proprio per questo ogni anno torniamo a raidare in queste magnifiche zone anche perchè non bisogna poi dimenticare la garanzia offerta dalla roccia che qua è il carattere predominante e che consente di potersi divertire anche in salita con sentieri tecnici e che mettono alla prova le abilità del biker anche in questo settore.

Partiti da Travalle saliamo per la classica asfaltata per Casa Castiglione che soprattutto nella parte iniziale presenta pendenze di tutto rispetto.

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Poi abbandonato il bitume, che non ritroveremo più per tutto il giro, saliamo a Pozza della Retaia per il sentiero 420 che alterna tratti scorrevoli a bei tratti tecnici e su single track rendendo così accattivante e molto divertente anche la salita.

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La vegetazione, al suo massimo vigore in questo periodo dell’anno, ha quasi richiuso il sentiero tantè che ci vediamo costretti a bypassare alcuni tratti per salire su stradone.

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Dopo 1,30 ore di salita raggiungiamo Casa Bastone, tradizionale punto di sosta dove ci prepariamo per la prima discesa di giornata.

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LE SCALETTE

Il nome è come una vecchia pubblicità di lassativi che recitava: ‘basta la parola’ ahahah ed in effetti non è stato dato a caso poichè si tratta di un sentiero di solo ed esclusivamente gradoni e scalette di roccia tutto natural con tanto di tornanti stretti e scassati, per noi che amiamo questo genere è un must, chi ama i sentieri meno scorbutici e più scorrevoli è meglio che passi altrove.

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Terminata la discesa si risale per la tecnicissima Via della Lana e della Seta dove anche le ebike avranno il loro bel da fare per non mettere il piede a terra.

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Quando la salita spiana sulla sinistra e facendo molta attenzione si nota una flebile scritta su una roccia LA OVEST-RETAIA che altro non è che un sentiero creato ed autogestito da ingnoti, l’invocazione angosciosa di coloro che vivono in sé la Calvana, che non se ne appagano, ma si misurano con essa. Il sentiero parte da Santa Lucia e risale tutta la montagna in modo ripidissimo fino alla croce della Retaia, si divide in Ovest Arancio la prima parte e Ovest Rossa la seconda. Noi abbiamo avuto la malaugurata idea di provarla in bici in discesa col risultato che si è rivelata del tutto infattibile sia per la pendenza elevatissima che per la presenza di piante dove non passa il manubrio, morale della favola è si un sentiero molto bello ma ideato solo per farlo a piedi.

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Dopo mille peripezie sbuchiamo al Ponte sul Rio Buti e qua è d’obbligo una piccola deviazione per andare ad ammirare il ‘Pozzo della Morte‘ una pozza circolare con alle spalle una placida cascatella e intorno alcune rocce su cui è possibile accamparsi. Il nome deriva da numerose leggende che circolano di questo luogo, sembra comunque che intorno al 1930 le suore dell’orfanotrofio i Celestini alla Pietà portavano i bambini qua a fare il bagno e molti di loro sono morti sia per l’acqua gelida che per annegamento a causa della profondità dell’acqua che al centro della pozza è di circa 6 metri. Dopo questi fatti la sua legenda narra che nelle notti di luna piena, sui bordi della vasca naturale si incontrano tutti i gatti della zona e la luna, allo zenit del suo percorso, si specchia nel laghetto e la riflessione di questa luce brilla negli occhi di centinaia di gatti e per questo viene anche chiamata “la gora delle streghe”. A parte tutte le leggende la pozza è bellissima e invita a tuffarsi ma sia il giro molto lungo che la temparatura ancora molto fresca che non invita a fare bagni ci fa desistere dal tuffarsi in queste acque gelide.

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Dopo questa sosta ristoratrice riprendiamo il nostro cammino salendo alla Chiesa di San Leonardo in Collina per il sentiero 442 a cui segue un breve tratto di asfalto fino a Faltugnano. Appena passato il paese imbocchiamo a destra la forestale per la collina di San Leonardo, la salita benchè su forestale presenta molti tratti con pendenze superiori al 20% che la rendono durissima con bici senza pedalata assistita.

SAN LEONARDO ROCK

Bellissima discesa, parte flow ma è solo un’illusione, l’aggettivo rock finale è l’aspetto predominante della discesa che risulta molto più lenta delle scalette tantè che la potremmo definire da trial bike in quanto bisogna danzare tra le rocce a bassissima velocità, l’erba alta poi aumenta le difficoltà nascondendo alcune insidie ma non gli alti gradoni disseminati dappertutto.

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Da evidenziare e porre attenzione ad alcuni passaggi particolarmente stretti con le piante in traiettoria dove bisogna essere abili e veloci nello schivarli pena un doloroso abbraccio verde ahahah.

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Non paghi delle difficoltà già elevate del trail ci inventiamo anche un super passaggione fuori traccia con un roccione molto grande da copiare, la foto appiattisce molto ma vi assicuro che da sopra tremano quasi le gambe, passaggio ‘only the brave’.

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Comincia a piovere e le rocce diventano subito saponetta ragion per cui si sconsiglia vivamente di percorrere questo trail col bagnato, noi oramai siamo in ballo e balliamo ma ogni roccia passata indenne è un sospiro di sollievo.

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La discesa termina a San Leonardo in Collina, qua prendiamo il sentiero 424 che con una piccola variante ci permette di raggiungere due meravigliosi siti che meritano una visita. Il primo che incotriamo è la Grotta di Fonte Buia inferiore, che vediamo solo da fuori in quanto accessibile solo se muniti di tuta e caschi per l’illuminazione ma è un vero e proprio viaggio all’interno della terra tra buio, acqua e rocce tantè che è una delle grotte più famose del territorio.

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Il secondo è la Fonte Buia una fonte risorgiva del Rio Buti di origine carsica che ha la particolarità che l’origine da dove fuorisce l’acqua è una grotta buia e da qua ne scaturisce il nome.

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L’ambiente circostante è bellissimo pieno di cascate naturali e piccoli specchi d’acqua che formano piscine naturali, il Rio Buti qua da il meglio di se e il luogo è davvero suggestivo e merita una visita.

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Dopo questa piccola divagazione proviamo a salire a Casa Bastone per il 424 che troviamo però completamente chiuso dalla vegetazione e quindi infattibile, ragion per cui torniamo indietro fino al bivio per il 440b e con questo saliamo a campo al Prete tramite un bel single track quasi tutto pedalabile eccetto alcuni brevi tratti di spingismo.

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Qua inbocchiamo in salita il sentiero Casa Bastone flow ma di flow c’è rimasto solo il nome perchè risulta alquanto scassato a causa delll’alluvione che c’è stata e i tratti di spingismo sono predominanti.

Da Casa Bastone ripercorriamo a ritroso il sentiero fatto a scedere la mattina per Pozza della Retaia e poi, dopo la breve discesa di Cavagliano , con un trasferimento su carrareccia arriviamo all’imbocco dell’ultima discesa.

SECCO MASS

E’ questa la discesa simbolo della Calvana, una discesa impegnativa dall’inzio alla fine e che farà la gioia degli amanti del genere rock garden, non è lunga ma come coclusione del tour non potevamo chiedere di meglio.

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Video racconto di Toni

Racolta fotografica

Calvana
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