Oltre a dare grande soddisfazione agli amanti della guida tecnica in fuoristrada, questo itinerario, ideato e percorso con l’instancabile Morfic, segue le vie dell’acqua sui monti Lucretili. Dai pratoni carsici in quota, aree di accumulo e infiltrazione delle piogge, segue le vie di incanalamento delle acque superficiali, toccando le fonti dove l’acqua delle vene sotterranee sgorga dalla roccia, pura e freschissima anche in piena estate.
La traccia dell’itinerario
Il punto di partenza non è a caso, Vicovaro, piccolo paese sulle sponde dell’Aniene, da qui si inizia su asfalto percorrendo un tratto di Licinese fin quasi ad arrivare a Licenza. Siamo nella valle dell’acqua, in cui confluisce il fitto reticolo di torrenti che portano le piogge e le nevi sciolte dei monti fino al torrente Licenza, finendo poi nell’Aniene. L’acqua rappresenta da sempre l’elemento fondativo di queste comunità, utilizzata nell’irrigazione dei campi e più tardi come forza motrice per la macinazione dei cereali, a testimonianza le numerose chiuse e le mole ormai dismesse presenti in tutta la zona. Giunti nei pressi di Licenza, all’altezza del Giardino dei Cinque Sensi, si lascia l’asfalto e si procede su un sentiero che costeggia una via di incanalamento dell’acqua, il torrente Maricella, che si sente scrosciare nella gola per tutto il tragitto, ma lungo il sentiero si incontrano numerose sorgenti libere che sgorgano dalla roccia, una immagine molto suggestiva.
Sorgente lungo il tragitto
Il sentiero, con qualche salita a spinta, giunge a Molini Maricella, raccordandosi alla serie di tornanti che partono da Civitella di Licenza, e da qui, con una salita dura ma tutta pedalabile, si giunge ai pascoli in quota, ai piedi di monte Santo Chirico. Si procede per un breve tratto a spinta su un sentiero di mezza costa ricavato sul fianco brullo del monte, poi di nuovo un sentiero pedalabile, e in breve si raggiunge Casale De Amicis (Casale Capo di Porco) e da qui, sui saliscendi del sentiero 305, si giunge al vasto altipiano carsico di Campitello che, con la sua sorgente di acqua pura e freschissima, d’estate disseta vaste mandrie di mucche e cavalli al pascolo brado. Dopo aver rifocillato le membra con uno spuntino ed una abbondante bevuta all’ambitissimo fontanile (a volte bisogna persuadere qualche bue ad allontanarsi per poter bere), inizia la prima discesa, veramente elettrizzante, lungo il fosso Vena Scritta. Una linea tecnicamente impegnativa, attacco scassatissimo, fondo smosso e sassoso, che diviene progressivamente sempre più flow, serpeggiando da un lato all’altro del torrente tra imponenti alberature. Un luogo incantevole ed evocativo, la toponomastica non è casuale, il nome Vena Scritta fa riferimento all’iscrizione romana riportata su un masso (“F.Q.S. M.ARRE”) testimonianza dell’antichità del tracciato. Sebbene il torrente d’estate sia in secca, la forza di scorrimento delle acque nei mesi invernali è ben visibile dall’erosione superficiale delle rocce e nei numerosi alberi trascinati dalla corrente. Si giunge al Prato delle Forme con l’adrenalina a mille, lo spirito giusto per affrontare lo strappetto fino a Prato del Porcini e da qui alle pendici del monte Follettoso, in località Sette Acquari, per imboccare un’altra discesa mozzafiato, la Direttissima.
Immagini dei luoghi
E’ una linea di crinale, anche se poco pronunciata, che con numerosi passaggi tecnici su pietraia e roccia esposta, alternati a tratti più flow, attraversando boschi, prati ed aree brulle e pietrose, conduce, con non poca fatica, nuovamente a Vicovaro. Un itinerario decisamente consigliato a chi vuole vivere una esperienza di guida tecnica impegnativa a stretto contatto con la natura in un ambiente naturale incontaminato e, perché no, a chi voglia assaporare un elemento semplice e vitale, l’acqua pura e freschissima che sgorga dalla roccia dei monti Lucretili. Noi di sicuro ci torneremo, anche per migliorare la documentazione dei luoghi, un po’ lacunosa per aver lasciato la fotocamera in pegno alla montagna.