lunedì, Ottobre 14, 2024
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Appennino bolognese: poker d’assi

Chi predilige la discese strizzando l’occhio anche un pò al tecnico non resterà deluso da questo itinerario MTB in Emilia Romagna, ideato solo in funzione di queste, che si snoda tra i promontori rocciosi del primo appennino bolognese.

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A pochi km da Bologna, nelle terre che dettero i natali al geniale inventore del telegrafo, Sasso Marconi, siamo andati a scoprire i sentieri considerati la Mecca emiliana della MTB in ottica descend.

A testimonianza di ciò lo è il fatto che in ogni periodo dell’anno l’esercito dei biker sormonta e scende lungo queste incantevoli colline, adornate da un fittissimo intreccio di sentieri.

Molto suggestiva è la cornice naturale in cui si svolge questo percorso: si tratta di un complesso di rupi e formazioni arenarie molto pittoresche, risalente all’epoca preistorica, originate dall’innalzamento dei fondi oceanici per opera dell’orogenesi.

A rendere ancor più suggestiva questa ambientazione è la presenza di una folta macchia mediterranea autoctona, piuttosto insolita per queste zone.

Mettiamo subito le cose in chiaro però, il giro è tutto in funzione delle discese perché la salita è sempre la stessa e per buona parte di asfalto, anche se viste le pendenze notevoli alla fine risulta un aiuto più che un handicap.

Si tratta inoltre di un giro ambizioso in quanto comprende tutte le discese più belle e rappresentative della zona, ovvero Bionda, Casamento, Niagara e Castigamatti, ma il prezzo da pagare sono i 2000 mt + di dislivello totali.

Ciò non toglie che, considerando che alla fine di ogni discesa si ritorna sempre in prossimità del punto di partenza, ognuno può gestire il dislivello a proprio piacimento ed effettuare il numero di discese che vuole.

Lo svolgimento del giro

Lasciata l’auto poco fuori l’abitato di Lama di Reno in una giornata stupenda a livello meteo e addirittura da maniche corte, benché siamo ancora ai primi di marzo, per una arcigna salita asfaltata di poco più di 2 km saliamo a Luminasio da dove abbiamo subito una bella vista sul fiume Reno e le colline circostanti.

Passata la chiesa si entra nel percorso che rifaremo al termine di ogni discesa e che sarà sempre lo stesso; dopo un ulteriore tratto di asfalto, anche questo con pendenze di tutto rispetto, le pendenze si affievoliscono proprio all’ingresso del fuoristrada,che poi alla fine altro non è che un taglio per evitarne un tratto.

La Bionda

Giungiamo così all’imbocco della prima discesa di giornata che è anche quella più lontana da raggiungere e che per i cultori del luogo non ha bisogno di presentazione, la Bionda, bellissima discesa che prendiamo nel punto più alto con un piccolissimo spingismo, ma che consiglio fare perchè ripagato da due bei passaggi su roccia.

Dopo questa piccola divagazione rientriamo nel sentiero principale ma fortunatamente la caratteristica rimane invariata, la discesa è una vera e propria goduria su bei passaggi di roccia fissa.

Alcuni di questi passaggi su roccia richiedono uno studio preliminare, per trovare la linea migliore o la più divertente.

Ogni tanto la roccia lascia spazio alla terra, ma in questo caso subentra la difficoltà della pendenza molto elevata.

La discesa termina con un bel passaggio tecnico innestandosi su un’altra discesa che faremo dopo

ovvero il Casamento, con un breve tratto flow raggiungiamo Mulino di Oggioletta, dove possiamo toglierci le protezioni e riprendere a risalire.

La salita è di 400 mt di dislivello ma impegna non poco in quanto si riesce a riprendere fiato solo arrivati alla deviazione per il fuoristrada.

Casamento

Eccoci alla seconda discesa, il Casamento, che inizia poco prima rispetto alla Bionda, anche questa molto bella e impegnativa e sempre con la roccia protagonista.

Nuova risalita che comincia a farsi sentire sulle gambe e il fuoristrada comincia ad essere quasi un miraggio.

La strada da fare al termine del fuoristrada è sempre meno e l’imbocco della terza discesa, il Niagara, stavolta arriva quasi subito.

Niagara

Qui bisogna avere molta accortezza nello scendere in quanto la discesa è frequentatissima dalle moto che la fanno in senso contrario, infatti il sentiero è parecchio scavato segno inequivocabile del loro passaggio.

Rispetto alle altre è molto più panoramica

ma il fondo stavolta è molto smosso

e con brecciolino

ma non tutti i mali vengono per nuocere, le moto alcune volte creano bei passaggi per le bike e noi non ce li facciamo sfuggire di sicuro.

Arrivati quasi in fondo alla discesa viene svelato l’arcano del nome che non è stato dato a caso, il sentiero termina infatti su una cascatella

e se la portata è bassa, come in questo periodo, si può continuare a scendere all’interno del fiumiciattolo, aumentando il divertimento con un pò di rock canyoning.

Dopo il risciacquo bici ultima risalita e stavolta l’imbocco della discesa, il Castigamatti, è proprio poco dopo entrati nel fuoristrada.

Castigamatti

Lasciate un po di autonomia alle pasticche dei freni perchè qui servirà: il ripido o più precisamente il vert, è l’elemento caratteristico.

Le pendenze sono davvero notevoli con dei tratti quasi da ribaltamento, serve sangue freddo e assoluto controllo del mezzo per passare indenni.

La discesa è divisa in due parti, Castigamatti alto e basso, intervallati da un piccolo tratto di trasferimento su stradone.

Come ultima discesa, vista anche la stanchezza dopo 2000 mt di dislivello sulle gambe, ci ha impegnato abbastanza mentre se fosse stata fatta da freschi sarebbe stato tutto più facile.

Siamo agli sgoccioli, c’è solo un ultima breve risalita e poi giù per il Toboga Medelana che altro non è che un sentiero senza infamia e senza lode che ci fa planare velocemente sulla Porrettana e poi alle auto, pienamente soddisfatti e appagati.

Visto che si è fatto tardi (il giro è durato più di 8 ore) ne approfittiamo per cenare alla trattoria di Luminasio che consigliamo vivamente come degna conclusione di una giornata spettacolare da tutti i punti di vista.

Gallery Fotografica

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