domenica, Maggio 5, 2024

Un giro su commissione… Gianluca vorrebbe visitare il Castiglione di Palombara, una delle location del giro delle città fantasma che per mancanza di tempo non siamo riusciti a visitare, ma desidera anche vedere il relitto dell’aereo e percorrere le creste del Pellecchia. Un itinerario succulento che mi è subito piaciuto, e dopo un po’ di studio siamo in sella, per quello che si rivelerà un giro di grandissima soddisfazione per tutti.

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Partenza dallo stadio di Palombara, un po’ di asfalto per riscaldare le gambe, poi giunti a Stazzano abbandoniamo la strada per imboccare il noto stradone che sale a Monteflavio, Sosta in piazzetta per un caffé, poi si prosegue per la pineta e, superata la sbarra, percorrendo la via della neve giungiamo ai piedi del Pellecchia.

Proseguiamo girando attorno al monte in direzione Sud, alternando tratti pedalati a tratti a spinta, sulla traccia del 312A, fino a raggiungere l’inizio del sentiero che conduce alla croce di Pizzo Pellecchia. Qui comincia la salita più dura, prima a spinta nel bosco, poi la vegetazione si dirada lasciando il posto ad una landa desolata, dominata da rocce e sassi, da affrontare in portage fin quasi sulla croce.

Scalata dura ma fattibile, circa 200 m di dislivello positivo che superiamo in circa un ora, impresa faticosa ma rinfrancante, la vista è superlativa. Breve sosta, poi si riparte per la magnifica passeggiata sulle creste, fino alla croce di vetta. Esperienza veramente suggestiva, percorrendo il dorso del monte ci addentriamo in un ambiente naturale aspro ed incontaminato, pedalando tra cielo e terra sulla roccia frastagliata, attraversando le piccole macchie boscate che in ambiente arido ed ostile, di tanto in tanto gruppetti di cavalli ci osservano curiosi prima di dileguarsi.

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La croce di vetta appare da lontano su una gobba, ancora una breve salita poi il meritato riposo. Brezza di tramontana e cielo terso, si sta freschi ed il panorama è magnifico, non si potrebbe desiderare di meglio, che spettacolo!

La sosta è piacevole, ma l’idea della discesa che ci attende, il famigerato sentiero del Pastore, ci rimette presto in sella. Procediamo verso Nord, cavalli e buoi al pascolo brado, poi entriamo nel bosco, e la difficoltà del sentiero appare subito evidente. Le radici affioranti, con il terreno asciutto, non creano problemi, la difficoltà è data dalle notevoli pendenze che rendono difficoltoso il controllo del mezzo e dal fondo che diviene sempre più roccioso, con grossi gradini da scavalcare e tanti detriti smossi, che rendono complicata anche la più banale delle manovre.

Chi tutta in sella, chi un po’ e un po’, la discesa del Pastore è fatta, ci ritroviamo ai piedi del monte, tutti incolumi, e la soddisfazione si legge chiaramente nello sguardo di tutti. 

Un breve tratto in salita fino all’inizio di Serre Ricci, lo stesso che abbiamo percorso all’andata, poi deviamo verso sinistra su un divertente sentiero di mezzacosta che conduce a Monteflavio. Una sosta al fontanile e si prosegue in discesa verso il fosso di Casoli e, proseguendo oltre, tra brevi salite e lunghe discese, giungiamo a Castiglione.

La curiosità di scoprire cosa nascondano quelle imponenti fortificazioni che si intravedono tra la vegetazione vince sulla stanchezza, saliamo a vedere, e le aspettative non sono deluse. L’impianto del borgo è ancora ben visibile, la doppia cinta muraria, quella esterna che includeva le abitazioni coloniche e quella interna della rocca, la cisterna di origine romana, che sebbene vandalizzata raccoglie ancora l’acqua al suo interno, la magnifica vista sulla vallata, il Soratte, Palombara ed ancora oltre, sullo sfondo, i monti Albani…

Un modo decisamente efficace per concludere un giro avvincente e completo, pedalata in cresta, discesa hard rock, sentieri scassati e flow, magnifici panorami e testimonianze storiche, esperienza che ho avuto il piacere di condividere con valenti compagni d’avventura, Gianluca, Vincenzo, Emanuele e Vanni.

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