Un giro per veri appassionati di archeologia, altrimenti non si percorrono 60 Km per vedere i resti di Valesio.
Le prime tracce dell’insediamento, posizionato nell’entroterra a sud di Brindisi, a pochi chilometri dalla costa lungo il canale Infocaciucci, risalgono all’età del ferro (VII sec. a.C.). Poi in epoca Messapica (IV-III sec. a.C.) divenne una città vera e propria, cinta da possenti mura di fortificazione e, a fasi alterne, consolidò il proprio ruolo di centro urbano di riferimento nell’area anche in età Romana e nel basso Medioevo (XIII sec d.C.).
La traccia del percorso
Dal 1500 cadde completamente in rovina e fu esposta a cinque secoli di saccheggi e deturpazioni, con la sottrazione di materiali di recupero da inserire nelle costruzioni, la violazione di tombe per rubare vasellame e corredi vari e, non da ultimo, dagli agricoltori, interessati ad estendere la superficie coltivata a scapito delle rovine.
Le prime indagini sistematiche furono effettuate solo nel 1964, ma gli scavi furono condotti dal 1984 al 1991 e solo nel 2008 è stato realizzato un intervento di recupero finanziato con i fondi POR.
Attualmente sono visibili alcuni tratti delle fortificazioni, un impianto termale con alcune abitazioni, dei blocchi di calcare squadrato della lunghezza di oltre 1,5 metri provenienti da imponenti edifici monumentali ormai distrutti, una sepoltura, l’unica contenente ancora una salma, sebbene trovata già violata in epoca precedente al rinvenimento.
Bisogna lavorare molto di fantasia per definire l’immagine della città antica, collocando le poche testimonianze disponibili nel contesto orografico, il canale, la cinta muraria, non è cosa facile per chi ha gli occhi pieni di immagini forti come i fori imperiali e il colosseo.