lunedì, Ottobre 14, 2024
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Gennargentu – la montagna più alta della Sardegna

A poche ore dall’arrivo in Sardegna mio cognato mi propone di fare un giro in montagna…

OK quale ? chiedo io, Punta La Marmora la vetta del Gennargentu, la più alta della Sardegna.

Punto di ritrovo Fonni NU località Tarcusi, ore 9:00 del mattino, temperatura prevista per la giornata 44°

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Un saluto ai nuovi compagni di viaggio e un abbraccio alle vecchie conoscenze, poi si inizia il viaggio.

La prima parte della salita è su asfalto con una pendenza non impegnativa, ciò mi permette di scambiare due chiacchiere con i compagni di viaggio e fare un po’ di conoscenza per alleviare la fatica, visto che il caldo inizia a farsi sentire. Fortunatamente il percorso  è pieno di piccoli fontanili dove l’acqua scorre fresca e cristallina.

Arrivati a Rifugio S’Arena il percorso scorre velocemente, durante il tragitto incrociamo molti escursionisti a piedi tra cui un ragazzo che era la copia esatta di Emile Hirsch, il protagonista del film “Into the Wild”, per un attimo ho pensato che volessero girare un film simile visto che il territorio per alcuni aspetti assomiglia ad alcuni paesaggi dello Utah e Colorado.

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Arrivati a Arcu Attillai (1660 mt slm) il percorso inizia ad essere più impegnativo, si viaggia a mezza costa con dei passaggi su roccia dove bisogna fare attenzione a non uscire dal tracciato e finire giù per la scarpata. Sosta ad un altro fontanile dove l’acqua è sempre più ghiacciata, poi poco più avanti ci sono i resti del Rifugio La Marmora, distrutto da chi e come rimane un mistero. Si continua cosi a mezza costa per arrivare a Arcu Gennargentu (1659 mt slm)

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dove incontriamo due ragazze francesi che rimangono affascinate dai nostri poderosi mezzi di trasporto, fino a quando ci ha raggiunto la nostra Manuela, l’unica ragazza del gruppo, dopo di che l’interesse delle Franzose si è concentrato sul suo fisico longilineo e il rapporto peso potenza che avrebbe potuto sviluppare, in salita o altre occasioni.

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Un paio di risate e un po’ di riposo è ciò che ci serve prima di affrontare la parte più difficile del percorso, un sentiero molto scassato con blocchi di granito posizionati al meglio per formare qualcosa che assomigli a una traccia da fare esclusivamente in portage, per un dislivello positivo di circa 200 mt, fino ad arrivare alla croce in acciaio alta circa 10 mt simbolo della vetta di Punta La Marmora (1834 mt slm).

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Dopo aver colonizzato il sito per una mezzora ci siamo preparati con il vestiario, protezioni e concentrazione per riaffrontare il percorso inverso a quello del portage, fino a fare ritorno ad Arcu Gennargentu. Equilibrio e tecnica sono indispensabili per non finire a terra su una distesa di rocce smosse e passaggi al limite che caratterizzano il percorso, la soddisfazione di uscire indenne da quella fabbrica di pietre ti appaga della fatica fatta fino ad ora.

Dopo di che, invece di tornare indietro, proseguiamo su Punta Paolino di nuovo in portage per un centinaio di metri in direzione Nord, verso gli impianti di risalita di Bruncu Spina. Questo tratto è uno dei più divertenti perché si viaggia sempre a mezzacosta, questa volta con dislivello negativo, con continui rilanci che intaccano a più riprese le riserve di energia. La concentrazione deve essere sempre al massimo anche se di fronte c’è un panorama spettacolare non ci si può distrarre, il rischio di diventare parte integrante del paesaggio è molto alto.

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La stazione sciistica di Fonni, Bruncu Spina, è in rovina, gli impianti sono datati e probabilmente per come accade in altre zone d’Italia chi va a sciare predilige il nord Italia.

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Risaliamo in direzione del Monte da cui prende il nome l’impianto, guadaginamo quota per poi ridiscendere attraverso una prateria su una traccia appena visibile, che ci riporta ad Arcu Attillai. Poi una serie di tornanti impegnativi ci porta fino nella valle del fiume Arattu.

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Ci rinfreschiamo nel ruscello che scorre proprio in mezzo a degli antichi Ovili molto caratteristici, un paio di foto di rito tra gli ovili e le piante di tasso, veramente mastodontiche 

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Di nuovo in sella per affrontare l’ultima salita che ci riporta sulla strada asfaltata   che ci riporta verso le auto parcheggiate alla fine della discesa.

Nonostante le previsioni il tempo è stato clemente già dalla seconda parte del tragitto, il sole si è nascosto dietro le nuvole risparmiando al gruppo un un eccessivo dispendio di energie.

Arrivati alle auto il cielo ci delizia di un breve ma intenso temporale, il tempo di cambiarci e sistemare le bike e ci impadroniamo di un paio di tavolini del Bar di fronte, dando inizio al famoso “Terzo Tempo Sardo”

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Formaggi, salumi, dolci, addirittura una squisita insalata di riso, il tutto accompagna da tanta birra, questa è formula perfetta per passare una splendida giornata in Sardegna.

Sono tanti anni che vengo in Sardegna e nonostante la solita routine del viaggio via mare o in aereo, quest’isola non stanca mai, c’è sempre qualcosa da fare, io me la sono goduta sotto diversi aspetti, viaggi in moto , trekking, barca a vela, per non parlare della parte più nota, il mare con le sue meravigliose spiagge e calette… Ma la Sardegna offre molto di più, il cibo ipercalorico, formaggi, salumi, carne, il mitico maialetto, tutto accompagnato da birra, vino cannonau, Filu e’ ferru e mirto, da far impazzire qualsiasi dietologo, ma qui sono in pochi ad avere problemi di linea, anzi, la Sardegna vanta un primato mondiale di ultra centenari, infatti questo tipo di dieta è fondamentale per vivere in un territorio arido e selvaggio come questo.

Qui la gente non si ferma mai si lavora duro e i legami tra le persone sono duri come il granito. Anche se sei un semplice conoscente o un forestiero troverai sempre una mano tesa che ti offre la sua disponibilità.. quindi se immaginiamo di condividere una passione come la MountainBike, in questo territorio con persone del posto questa è la formula perfetta per passare una Splendida Giornata.

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