giovedì, Maggio 9, 2024

Posto favoloso, una enorme conca a 1.300 metri di altitudine, dominata dal monte Vettore (2.476 m slm), nel cuore dei Sibillini, il regno della mitica Sibilla.

Il minuscolo borgo di Castelluccio, appena 150 residenti, spunta dalle nubi arroccato su un ripido sperone calcareo posto al centro della valle. Si capisce immediatamente che si tratta di un luogo speciale, nessuna espansione edilizia, solo qualche costruzione più recente ospita alcune locande immediatamente fuori dall’unica porta di accesso al Paese, dove è situata l’antica fonte di acqua buonissima.

L’impianto urbanistico è quello antico, la porta dà accesso alla piazzetta principale, protetta a Nord dalla sobria chiesetta con il bel campanile in pietra, mentre sul lato Sud la vista si apre sulla magnifica vallata e sui monti circostanti. Dalla piazzetta si diramano le strette stradine disposte secondo il caratteristico schema a fuso che innerva l’abitato, fatto da case basse, con mura in pietra e tetti in legno, molto ben tenute e pullulanti di vita. 

Il percorso

Il giro è piacevole ed avvincente, sebbene iniziando con una lunga e dura salita su fondo smosso, l’impatto non sia dei migliori. In realtà si tratta dell’unica salita più impegnativa che da Castelluccio si inerpica sul crinale che delimita la conca ad Est, separando il Piano Grande dalla valle di Norcia. Giunti in quota la vista è veramente magnifica, un ambiente montano gentile, alture degradanti e terrose, le rocce calcaree affiorano solo sulla sommità più esposta all’erosione meteorica, mentre i fianchi sono completamente ricoperti da fitti prati colorati.

Un paio di discese a scapicollo e qualche passaggio a mezzacosta rendono più emozionante il percorso, mettendo alla prova le capacità di guida, ma nulla di eccessivamente impegnativo, un po’ d’allenamento e il giro si fa col sorriso sulle labbra.

Vagando tra i monti, il paese ed i campi coltivati, si ricava una immagine di straordinaria autenticità. L’agricoltura e la pastorizia occupano un posto di primo piano nell’economia locale. E’ un bell’esempio di come sia possibile avviare un percorso di sviluppo economico centrato sulla valorizzazione delle risorse locali, costruendo una immagine forte e riconoscibile in grado di esercitare una certa attrattiva anche sul piano turistico.

La qualità delle produzioni agricole, la lenticchia di montagna e altri legumi locali (Roveja e Cicerchia), trova apprezzamento sul mercato nazionale ed internazionale e le ridotte quantità assicurano anche una discreta redditività. Ma la capacità di integrare il reddito agricolo con l’indotto turistico rappresenta il fattore decisivo.

La conformazione orografica del territorio genera correnti ascensionali particolarmente apprezzate da chi pratica il volo a vela (parapendio e deltaplano) che tra giugno e luglio può vivere l’emozione di interminabili planate in una vastissima valle variopinta a colori sgargianti dalla fioritura delle lenticchie. Il volo, insieme allo sci d’inverno ed alle escursioni naturalistiche in primavera ed in estate, costituiscono una forte attrattiva per un turismo di nicchia in grado di apprezzare l’autenticità dei luoghi e la buona cucina.   

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