mercoledì, Maggio 1, 2024

Un itinerario impegnativo con meta le creste del monte Calvo, con una salita molto dura ma che regala panorami unici e una lunga discesa divertente.

Il monte Calvo e la discesa per Scoppito era un percorso che da tempo avevamo in lista dei giri da fare, dopo aver visto il video della lunga discesa e averne sentito parlare bene da amici del posto.

Il giro classico prevedeva di arrivare solo ai piedi del monte Calvo, senza raggiungere la sua vetta, salendo su comoda carrareccia quasi interamente pedalabile. Dopo però aver visto il report di Stefano Scott delle creste del monte Calvo e monte Giano, siamo rimasti affascinati da quei luoghi a tal punto da decidere di allungare ulteriormente un giro già duro.

Raggiungere la vetta del monte Calvo non è impresa facile, ci sono due vie: la salita per i ripetitori oppure la salita da Rocca Di Corno. La salita dai ripetitori è quasi tutta pedalabile, tranne l’ultimo tratto da fare in portage, ma questa salita seppur panoramica non ha nulla a che fare con l’altra variante che presenta uno dei panorami più belli visti su quei monti.

La salita scelta per questo giro è stata quindi quella che da Rocca Di Corno sale dritta sotto il monte Caola e con un fantastico taglio a mezzacosta porta ai piedi del monte Calvo, ma partiamo dal principio.

L’itinerario prende il via dalla galleria commerciale Pegaso, punto strategico dove poter trovare anche ristoro a inizio e fine giro. La prima parte di salita è una lunghissima lingua di asfalto di circa 15 km con una pendenza davvero irrisoria, che fa guadagnare solo 200 mt di dislivello, ma è perfetta per scaldare i muscoli e prepararci alla parte dura del giro.

Giunti a Rocca Di Corno si svolta a destra su una strada che, anch’essa inizialmente asfaltata, poco dopo diventa una sterrata il cui fondo di breccia fina mette a dura prova, nonostante la pendenza non sia eccessiva.

Solo giunti al bivio dove il nostro giro si divide dal giro classico ( quello senza salita sulle creste) che il gioco di fa davvero duro.

La salita a spinta

Il primo tratto è ancora su carrareccia con fondo smosso, ma la pendenza raggiunge valori duri, parliamo di una salita di circa 5 km su guadagnano oltre 900 mt di dislivello positivo.

Pedalarla è quasi impossibile, sia per la pendenza, a tratti supera il 25%, che per il fondo, ma forse con una fat o una plus elettrica si potrebbe pedalare gran parte.

Nell’ultima parte, dopo un fontanile purtroppo in secca, le speranze di pedalare si azzerano: una stretta gola con fondo roccioso e pendenza improponibile non lascia scelta, si va in portage o spingismo.

Per fortuna questo tratto è molto corto e già si pregusta un panorama eccezionale, quasi lunare, che non manca ad arrivare una volta giunti sotto i piedi del monte Caola…

Dinanzi a noi uno spettacolo che solo la montagna sa dare: una profonda gola in cui nel lato opposto ammiriamo le creste del monte Calvo, alle nostre spalle il monte Nuria, dall’altra parte in lontananza il monte Terminillo che fa capolino e dall’altra parte ancora la catena dei monti della laga.

Si riparte ora in direzione del monte Calvo, questa volta in sella lungo un bellissimo sentiero che viaggia a mezzacosta formando un verro di cavallo intorno la gola, sembra di volarci sopra!

Si arriva ai piedi del monte Calvo, con tratti pedalati, a volte su tratti tecnici, e altri a spinta.

Il giro di Stefano su cui ci siamo basati in questo punto effettuava una marcia indietro per salire sul Colle di Mezzo da cui inizia la discesa, ma decidiamo, con non poca fatica, di salire a spinta fino alla vetta del Calvo.

Salire in cima non è impresa semplice, ma la vista dalla croce del monte Calvo a 1898 mt è davvero spettacolare!

Ci gustiamo una meritata sosta, ricaricando le batteria per la seconda parte del giro che non è tutta discesa, ci aspetta infatti un lungo sali e scendi.

Le creste del monte Calvo

Partiti dalla croce ci aspetta un brevissimo tratto in discesa freeride, molto ripido, ma subito dopo un altro altrettanto ripido tratto in salita che finalmente ci porta sulle vere creste…

Si può scegliere di solcare dall’inizio alla fine, con qualche sali e scendi, oppure viaggiare su un sentiero a mezzacosta che permette di viaggiare spediti.

Non mancano i tratti freeride, anche abbastanza ripidi, nonché affacci panoramici da lasciare senza fiato…

Sali e scendi

Giunti però alla fine delle creste, in una sella da dove risale il percorso classico, inizia un tratto spettacolare, quanto duro, che con tantissimi sali e scendi, viaggia a mezzacosta delle creste appena percorse e guadagnando piano piano di nuovo quota.

Lungo il sali e scendi ci troviamo ad affrontare anche passaggi tecnici, sia in salita che in discesa intrattenendo i e facendoci dimenticare che ormai sotto le gambe abbiamo già oltre 1200 mt di dislivello.

La discesa, con variante…

Siamo giunti finalmente all’ultima vetta della giornata, qui da ora in poi sarà solo discesa… E che discesa!

Si inizia su una carrareccia, molto scassata, al cui lato scorre anche un simpatico single track ma, dopo un ulteriore tratto in freeride, si trasforma in un single track ben marcato una volta entrati nel bosco.

Il sentiero scorre velocissimo, con curve strette, tratti rettilinei da fare a tutto gas, ma anche qualche passaggio tecnico su roccia.

Purtroppo presi dalla foga e un po’ dalla stanchezza, sbagliamo ad un bivio e, invece di andare a sinistra, prendiamo un sentiero a destra.

Questo sbaglio lo pagheremo perdendo molti km di discesa, percorsa invece su carrareccia, ma non è poi così male!

Questa piccola variazione ci porta su un altro sentiero, che seppur più breve dell’altro, è molto tecnico! Sia sui tratti di salita che in discesa, troviamo addirittura dei salti naturali, ripidi, curve con spjnde naturali… Un concentrato di adrenalina che non ci fa rimpiangere dell’errore!

Dopo questo pezzo adrenalinico ci ritroviamo su una carrareccia che ci porta al paese di Cave, dove dopo un piccolo tratto urban, incrociamo di nuovo la via originale che ci porta di nuovo alle auto.

Che dire, un giro davvero incredibile, da fare con giornate fresche come quelle autunnali, dove se si è fortunati si puo godere della vista degli alberi colorati d’autunno, oppure in primavera quando in vetta vi sono ancora accumulo di neve. Se si affronta il percorso durante lo scioglimento della neve, si può ammirare lungo il tratto di sali e scendi di alcuni salti d’acqua magnifici.

Questa variante del giro classico è molto dura, soprattutto in salita dove si pedala davvero poco, ma il panorama è i luoghi incontrati ben ripagano lo sforzo.

Di seguito la traccia corretta, con la giusta discesa, ma su richiesta vi possiamo inviare anche la traccia originale con la deviazione percorsa.

Traccia vetta e creste

Un ringraziamento a Stefano Scott per la traccia delle creste, Alfredo Ranieri che da tempo mi parlava del giro del calvo e gli amici di Movimentocentrale per la traccia della discesa e il video che riportiamo di seguito.

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A questo link la traccia registrata effettivamente, che però include la discesa “parziale”. Da usare come base per eventuali altri giri.

Traccia giro classico

Se non amate spingere troppo o volete fare un giro più corto, vi giriamo la traccia del giro classico, giro che seppur senza creste, è comunque bellissimo e consiglio di fare. P. S. Anche qui non mancano tratti da fare a spinta.

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Video della discesa

Video di Gaspare Clemenza, con la prima parte sulle bellissime creste

In questo secondo video, di Kyashan del gruppo Movimentocentrale, troverete la salita classica, non quella percorsa da noi, ma potrete vedere la discesa in comune che parte dal tratto mezzacosta.

Monte Calvo | 1898 mt\slm (AQ) from Movimentocentrale on Vimeo.

Galleria fotografica

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