Un giro non troppo impegnativo ma in grado di offrire immagini ed emozioni uniche.
La Riserva Naturale di Monterano è un luogo di indiscutibile bellezza, inserito in Rete Natura 2000, comprendente Siti di Interesse Comunitario che costituiscono il patrimonio dell’Unione Europea.
L’orografia è segnata da tre profonde forre vulcaniche modellate dall’azione erosiva del fiume Mignone e dei suoi affluenti, che convergendo in prossimità dell’acrocoro tufaceo su cui sorge l’antica Monterano, realizzano una formazione collinare a tridente, interamente ricoperta da boschi lussureggianti e incantevoli prati, su cui pascolano placidamente cavalli e buoi allo stato brado.
Un luogo suggestivo, nel quale la bellezza e la varietà dei paesaggi naturali fa da cornice alle tracce di una storia millenaria, che diviene esperienza tangibile esplorando i resti dell’antica città di Monterano, abbandonata alla fine del ‘700 a seguito della distruzione operata dalle truppe francesi. Nonostante le profonde ferite inferte dai saccheggi e dall’azione distruttrice del tempo, una passeggiata tra le possenti mura del palazzo Ducale, con incastonata nel basamento la berniniana Fontana del Leone, o nel convento di San Bonaventura, sulla cui facciata si staglia l’altra fontana berniniana a pianta ottagonale (copia dell’originale trasferita nel in Piazza del Campo a Canale Monterano), rende bene l’idea dello splendore cinquecentesco; ma le numerose tombe etrusche scavate in profondità nello sperone tufaceo su cui sorge la città e le ardite arcate dell’acquedotto romano, rappresentano una chiara testimonianza di una storia ben più remota.
Rovine dell’antica Monterano
La città abbandonata, inserita in un ambiente naturale di grande suggestione, sin dagli anni ’50 è divenuta set cinematografico per film del calibro di Ben Hur, con Charlton Heston, Brancaleone alle Crociate, con Vittorio Gassman e Paolo Villaggio e Il Marchese del Grillo, con Alberto Sordi e Flavio Bucci.
Caldera vulcanica
Un giro in questi luoghi dà la sensazione di uno sconvolgente viaggio nel tempo, accostando testimonianze di civiltà arcaiche a tracce ancor più remote di violentissime eruzioni di nubi ardenti (tra 400mila e 500mila anni fa), uno dei più spaventosi e distruttivi fenomeni della natura. I peperini listati e il tufo rosso a scorie nere, infatti, sono chiare testimonianze dei terribili eventi piroclastici che hanno determinato l’attuale conformazione geologica e i getti di vapore e gli affioramenti di acque sulfuree che caratterizzano lo struggente paesaggio lunare della solfatara di Monterano, le sorgenti altamente ferrose che colorano di ruggine la magnifica cascata Diosilla, sono chiare manifestazioni dell’attività vulcanica residua.
Riserva Naturale Canale Monterano
Serve molto tempo per mettere in ordine la straordinaria varietà di immagini e suggestioni che un giro in questi luoghi imprime indelebilmente nella memoria.