sabato, Novembre 2, 2024

Percorso che consente di esplorare una vasta porzione della Riserva Naturale dei Monti Lucretili, attraversando territori e paesaggi assai diversi: dalle abetaie secolari sopra Monteflavio, alle faggete d’alta quota, alle colline sedimentarie di roccia brulla e inconsistente con sparuta vegetazione rupestre, alle pietraie, traccia di antichi torrenti ormai a secco.

Un giro bellissimo, con scorci panoramici veramente straordinari, ma anche molto duro, con lunghi tratti non pedalabili da percorrere a spinta e passaggi poco frequentati, quasi completamente invasi dalla vegetazione del sottobosco, ortiche e rovi, tra i quali spesso è necessario farsi largo.

Per fortuna c’è acqua in abbondanza, numerose sorgenti danno occasione per piacevoli pause refrigeranti lungo tutto il tragitto, posso garantire che l’acqua è potabile ed anche buona, le abbiamo assaggiate tutte. 

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Una dura prova per me ed Andrea, ma basta l’emozione che si prova quando uscendo dai tenebrosi boschi, popolati da alberi imponenti dalle forme antropomorfe, si entra nella sterminata piana dei pratoni, per dare un senso a tutto. Buoi e cavalli al pascolo a perdita d’occhio, tanti, tantissimi, di tutte le razze, taglia e colore, liberi, senza recinti, vagano placidamente e senza fretta, qualche maschio imponente dalle grosse corna vigila sul suo gruppo con sguardo minaccioso, i vitellini esplorano i prati con un occhio alla mamma, l’immagine dell’universo.

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E’ il momento di andare, scendiamo dalla scarpellata, l’antica mulattiera realizzata a scalpello dai pastori per condurre il bestiame da Marcellina fin sui pascoli in quota. Secoli di lavoro di una intera comunità, un’opera immane, paragonabile alla costruzione di una cattedrale, ma con finalità molto più pratiche; sicuramente tra le discese più dure che abbia mai fatto. Uno stretto sentiero tagliato nella roccia brulla, tornanti a gomito con lato su strapiombo, fondo sassoso e sconnesso… dopo qualche prova si riesce a raggiungere una velocità sufficiente a che la bici non si impunti, ma poi riuscire a tenere la traiettoria è veramente difficile.

La discesa lungo la Scarpellata

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