Altro bellissimo giro nella riserva naturale dei Monti Lucretili, con scalata al monte Pellecchia che dall’alto dei suoi 1.369,8 metri rappresenta la cima più alta del promontorio.
Partenza da Stazzano, ma se non si ha voglia di faticare troppo si può partire anche da Monteflavio, risparmiando oltre 600 metri di ascesa.
Da Monteflavio si sale fino alla pineta e si prosegue in cresta su una carrareccia un po’ sconnessa, fino ad imboccare il sentiero che conduce al pezzo di fusoliera dell’aereo caduto negli anni ’60. Il sentiero non è sempre pedalabile ma percorrendolo fino alla fine si giunge all’estremità meridionale del monte Pellecchia. Da qui inizia la salita a spinta su un sentiero appena abbozzato nel bosco, tra blocchi di pietra e rampe di terra, poi, giunti in quota, il paesaggio diventa più brullo e si procede cercando un varco per il passaggio delle ruote tra i sassi taglienti.
Con un po’ di fatica si giunge alla croce di Pizzo Pellecchia, la vetta del versante meridionale a quota 1329 metri, dove si gode di una magnifica vista sui monti circostanti, che spazia fino al Gran sasso ed il Velino. Dopo una piacevole sosta si procede percorrendo un sentiero in cresta, pedalabile solo per brevi tratti, giungendo fino alla vetta del Pellecchia a quota 1.370. Lungo il percorso si aprono scorci panoramici veramente suggestivi, sia verso l’entroterra montuoso, sia sulla pianura verso il mare.
Una firma sul “Registro Presenze” ai piedi della croce di vetta (Angelo, Andrea ed Enrico) e poi si riparte, percorrendo l’avvincente sentiero in discesa che si snoda sul versante settentrionale che guarda a Orvinio. Per chi ama le discese tecniche è il tratto più bello di tutto il giro, ma intercettare la traccia giusta non è facile, l’inizio del sentiero si intuisce appena, confondendosi tra le foglie del sottobosco (ed infatti l’inizio ce lo siamo persi).
Il sentiero in discesa dà grande soddisfazione ma per tornare a Monteflavio è necessario percorrere una pietrosa carrareccia con diversi tratti in salita che gira attorno al versante settentrionale della montagna, un passaggio che giungendo stanchi risulta abbastanza impegnativo.
Arrivati nuovamente in prossimità della pineta di Monteflavio la fatica si può considerare conclusa, da qui inizia una discesa quasi ininterrotta fino a Stazzano, con tratti dove è possibile raggiungere velocità veramente notevoli, ma si consiglia prudenza, il fondo pietroso rende difficile il controllo del mezzo, sia in curva, sia, soprattutto, in caso di ostacoli imprevisti.